Ora vogliamo tutto


[...] che andremo tutti dallo psicologo a farci rimuovere i traumi.
antivirus, scansione dei file, quarantena, eliminazione
Senza manco la voglia di scriverNe.

Alberto Dubito

Una poesia come opposizione. Opposizione al dogma e al conformismo che minaccia il nostro cammino, che solidifica le orme alle spalle, che ci avvinghia i piedi, tentando di immobilizzare i passi. Oggi più che mai questa è la ragione dello scrivere poesia, sosteneva Nanni Balestrini. Un atteggiamento fondamentale del fare poesia diviene dunque lo “stuzzicare” le parole, il tendere loro un agguato mentre si allacciano in periodi, l’imporre violenza alle strutture del linguaggio, lo spingere al limite di rottura tutte le sue proprietà.
Il libro dispensa che accompagna la settima edizione del Premio Dubito è dedicato a Nanni Balestrini, un omaggio alla sua vita da scrittore attraversata dallo scontro tra l’imposizione dei rapporti di prevaricazione e l’invenzione di forze che vi si oppongono, come scrive in apertura di questo volume Giairo Daghini. Bifo ci racconta invece quando era ricercato e latitante a casa di Nanni, un piccolo aneddoto insieme a Umberto Eco mentre pensavano di divertirsi scrivendo un romanzo erotico a sei mani. Il saggio di Lello Voce ci offre una splendida panoramica sul pensiero e sulle scelte politiche in rapporto con l’arte di Balestrini.
“Nanni, prima di tutto in poesia, voleva tutto...”
Le poesie di Joshua Idehen, ospite della serata finale del Premio Dubito, ci riportano al presente introducendo i testi dei quattro finalisti dell’edizione 2019: Astolfo 13 (Palermo), Wissal Houbabi (Trieste), Giuliano Logos & Andrea Damiani (Bari) Monosportiva Galli Dal Pan (Bologna).